Il peperone appartiene alla famiglia delle Solanaceae, la stessa di melanzane e pomodori. Botanicamente è noto come Capsicum annum, etimologia forse derivante dal latino capsa, ovvero scatola o contenitore, che potrebbe alludere alla sua forma cava, che ospita numerosi semi, o alla forma squadrata di alcune varietà. La sua pianta non svetta certo in altezza: si tratta infatti di un cespuglio, alto meno di un metro, con foglie di colore verde chiaro e fiori bianchi. I peperoni bio che trovi in assortimento nel nostro reparto ortofrutta provengono dal nostro ecosistema agricolo Le Terre di Ecor.
Anche se ormai lo si trova a qualsiasi latitudine, sembra che l'origine del peperone sia rintracciabile nell’America meridionale, dov'era conosciuto sin dai tempi degli Aztechi. Conosciuto inizialmente come “pepe del Brasile”, fa parte dunque di quei prodotti d’importazione, giunti nel Vecchio Continente nel corso del Cinquecento, dopo la scoperta del Nuovo mondo. Da quel momento in poi, la sua coltivazione si è diffusa prima in Spagna e poi in tutti gli altri paesi anche se in un primo momento era noto come pianta ornamentale grazie alle sue bacche dai colori particolarmente brillanti e lucenti.
Anche se generalmente viene considerato un ortaggio estivo, a seconda della zona il peperone si trapianta e di conseguenza si raccoglie in periodi diversi. Nell’Italia del nord, in tarda primavera per raccoglierlo poi in estate; mentre al sud si trapianta a fine estate per raccoglierlo in autunno/inverno. Importante è la qualità del terreno, profondo e fertile, e un’irrigazione sempre abbondante che sarà la pianta stessa a richiedere, facendo pendere verso il basso le sue foglie. Attenzione però: anche se richiede molta acqua, teme i ristagni, che possono provocare funghi e altri problemi.
Il peperone può essere rosso, verde, giallo, addirittura tricolore. Quello verde è in genere più croccante e ha un gusto più acre, mentre quello giallo e ancor più il rosso hanno una consistenza più morbida e un gusto più dolce. Alcune varietà, i cosiddetti peperoncini, sono inoltre piccanti, a causa del contenuto di capsaicina presente nella polpa e nei semi. Nel nostro paese possiamo vantare varietà specifiche del territorio come il Peperone di Carmagnola IGP, quello DOP di Pontecorvo, il Friggitello, il Peperone di Senise IGP e il Quadrato di Asti Rosso fino al caratteristico Cappello del Vescovo.
All’acquisto è bene che i peperoni si presentino compatti e sodi, con la buccia ben tesa e lucida e il picciolo ben attaccato; si conservano alcuni giorni in frigorifero, nel cassetto delle verdure. Si consiglia di lavarli sotto l’acqua corrente per eliminare eventuali impurità. Sono ottimi crudi, in insalata, ma anche cotti, al forno, grigliati o saltati in padella, magari con una spruzzata di aceto che ne esalta il sapore e che, secondo la tradizione popolare, li renderebbe più digeribili. Indicati per i sughi, e per la classica peperonata, grazie alla loro forma concava sono ideali da preparare ripieni.