Gino Girolomoni: una cooperativa agricola oltre il biologico. La pasta di Gino Girolomoni è l’emblema di un’azienda fondata sull’amore e il rispetto per il pianeta e le persone che lo abitano.
"Mangiare non è soltanto trasformare e cuocere il cibo: è dono, spiritualità, amicizia, fraternità, bellezza, calore, colore, sapienza, profumo, semplicità, compagnia." - Gino Girolomoni
Era il 1971 quando Gino Girolomoni, sindaco di Isola del Piano, prese una decisione destinata a cambiare le sorti di questo antico borgo marchigiano, ma anche quelle dell’intero settore del biologico in Italia. Trasferirsi nell’antico Monastero di Montebello, luogo altrimenti destinato alla rovina, insieme alla moglie Tullia e al piccolo Samuele, fu solo l’inizio di una rivoluzione che lo avrebbe portato a recuperare presupposti sociali e culturali della civiltà contadina che tutti stavano abbandonando, scegliendo la città e le fabbriche. È così che nel 1977 Gino e la moglie si avvicinano all’agricoltura biologica e fondano la Cooperativa che, ad oggi, riunisce circa 450 aziende agricole con le quali Girolomoni, attraverso i suoi agronomi, garantisce una completa tracciabilità del prodotto a partire dal campo.
La pasta Girolomoni: filiera controllata dalla terra alla vostra tavola
A partire dagli anni Ottanta Girolomoni dà vita al suo pastificio e oggigiorno ha portato tutte le fasi della produzione all’interno dell’azienda attraverso la creazione di un piccolo mulino a cilindri per grano duro. Qui vengono moliti tutti i cereali conferiti dai soci della Cooperativa che vengono poi trasformati in pasta nell’adiacente pastificio, il tutto nel raggio di appena 1 km, in cima alla collina di Montebello.
La riscoperta di antiche varietà
Tra gli obiettivi di Girolomoni vi è la riscoperta di antiche varietà di cereali, per salvaguardare la straordinaria biodiversità del nostro territorio. Oltre al grano duro, la Cooperativa coltiva “grani antichi” come il Farro, il Graziella Ra e il Cappelli. Girolomoni è stata, infatti, tra le prime realtà in Italia ad aver riscoperto quest’ultima varietà di grano, coltivandola con il metodo biologico, esclusivamente da seme in purezza. Proprio per questo il Cappelli è protagonista di un progetto condiviso con NaturaSì che, garantendo il riconoscimento di un giusto prezzo all’agricoltore, contribuisce anche a preservare la purezza del seme.